Antonio il Grande

Se le date tramandate dalla tradizione sono esatte, visse più di 100 anni, dal 250-51 al 356. Era nativo in Egitto, di un villaggio copto; di famiglia cristiana, di cultura semplice e limitata. Rimase presto orfano, solo con una sorellina: aveva 18 o 20 anni e si prendeva cura della casa e della sorella. Pochi mesi dopo, sentì irresistibilmente rivolta a lui la parola del Signore al giovane ricco, che udì leggere in chiesa: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che possiedi, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli, poi vieni e seguimi» (cf. Mt 19, 21). si ritira allora in solitudine. La sua fama diventa sempre più grande, e sempre più numerosa la gente che vuole udire da lui qualche parola. Dato che molti lo molestavano insistentemente, si allontanò dal Nilo inoltrandosi ancor più nel deserto, in direzione del Mar Rosso, per fermarsi «in monte interiore», nella parte più interna di una montagna che ancora oggi porta il nome di monte di S. Antonio, monte da cui si può vedere il Sinai. La Vita Antonii, scritta da Atanasio poco dopo la morte del grande eremita, ebbe subito un grandissimo successo, com’è provato dalla testimonianza di Agostino alla cui conversione contribuì fortemente, dal fatto che in breve fu tradotta in latino, copto, armeno, siriaco, arabo, etiopico e georgiano, e da numerose tracce del suo vasto influsso.

L’opera grande dell’uomo

1.   L’opera grande dell’uomo

Disse il padre Antonio al padre Poemen: «Questa è l’opera grande dell’uomo: gettare su di sé il proprio peccato davanti a Dio; e attendersi tentazioni fino all’ultimo respiro».

Egli disse ancora: «Nessuno, se non tentato, può entrare nel regno dei cieli; di fatto – dice – togli le tentazioni, e nessuno si salva».

Il padre Antonio disse: «Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra, e dissi gemendo: – Chi mai potrà scamparne? E udii una voce che mi disse: – L’umiltà».