Brian Farrell: «Oltre la Riforma, per riscoprire l’essenziale»
Perché questa storica commemorazione si svolge in Svezia e non in Germania?
«La Federazione mondiale voleva distinguere questa commemorazione dalle altre che ci saranno nelle diverse Chiese luterane dei diversi Land della Germania. Ma soprattutto perché è proprio a Lund in Svezia che è iniziato il dialogo luterano-cattolico. Il 2017 non segna solo il quinto centenario dell’inizio della Riforma ma anche cinquant’anni che la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale hanno iniziato il loro dialogo teologico internazionale. L’evento svedese è stato voluto per mettere in luce i cinquant’anni di costante dialogo ecumenico tra cattolici e luterani e i doni di questa collaborazione. Il dialogo ufficiale tra il Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani (allora ancora Segretariato) e la Federazione luterana mondiale ebbe inizio due anni dopo la fine del Concilio, nel 1967. Si trattava della prima commissione bilaterale di dialogo nella quale si implicava ufficialmente la Chiesa di Roma. Dopo qualche decennio, si sarebbe anche rivelato uno dei dialoghi più intensi e fecondi».
In questo graduale iter del dialogo luterano-cattolico può considerarsi una pietra miliare la “Dichiarazione sulla giustificazione” firmata ad Augusta nel 1999, anche nel senso della rivalutazione di Lutero…
«Si è trattato di una comune sottoscrizione su un aspetto essenziale, fondamentale della fede. Noi, luterani e cattolici, abbiamo potuto affermare ufficialmente il consenso sulle verità fondamentali della dottrina della giustificazione. Tale consenso ci ha permesso allo stesso tempo di dichiarare che le reciproche condanne del XVI secolo relative alla giustificazione non si applicano più. Così, ora non siamo più distanti, la nostra comunione è diventata più profonda e reale, anche se incompleta. Ma questo importante accordo raggiunto, che è stato un salto avanti enorme nei rapporti reciproci, mette in luce anche il valore autentico del cammino ecumenico».
In che senso?
«È il frutto di un cammino che ha aperto la porta al riconoscimento di quanto rimane in loro e in noi della comune comprensione della fede. Il cammino ecumenico è un cammino di conversione di ciascuna Chiesa, per le singole Chiese verso l’essenziale della fede, un cammino di purificazione dalle proprie incrostazioni, di approfondimento e quindi di risalita alle sorgenti. Il cammino ecumenico può avanzare proprio nell’approfondimento, nel ritornare all’essenziale per riscoprire la natura di ciò che unisce. La preminenza della grazia è una verità fondamentale necessaria per la vita cristiana, per la vita stessa della Chiesa, perché senza la fiducia nella grazia di Cristo non possiamo costruire la Chiesa. Non si può neanche progredire ecumenicamente. Il ritorno all’essenziale può garantire un futuro. Senza questo ritorno non può esserci uno sviluppo. La grazia è essenziale anche per noi cattolici, ma possiamo sempre correre il rischio di mettere in ombra questo aspetto essenziale ed è un pericolo per la Chiesa cattolica perdere, dimenticare questa dinamica. Per questo il cammino ecumenico compiuto per il consenso raggiunto con i luterani sulla giustificazione è un bene prima di tutto per noi. Questo tornare all’essenziale delle cose è la salvezza della Chiesa».
Si può dire che si rende attuale anche dall’insistenza di papa Francesco sulla misericordia…
«Papa Francesco ha sempre presentato l’amore di Dio come grazia che sgorga e ci viene dal cuore misericordioso di Dio. Che non sono le opere che fanno la misericordia ma la misericordia che fa le opere. Al tempo stesso ha contribuito a far percepire a tutti la ferita della divisione tra cristiani».
Ma tutto l’importo di questo documento era stato immediatamente valutato?
«Ci sono voluti anni perché fosse diffuso e recepito nella teologia e nella vita delle Chiese il significato importantissimo di questo documento, attuale anche in vista della prossima commemorazione e dobbiamo riconoscere che la dichiarazione sulla giustificazione è stata recepita positivamente da altre Chiese protestanti, suscitando una grandissima riflessione. Ha comportato che le Chiese luterane non vedono più la Chiesa cattolica come ostile e nemica ma avendo una dottrina comune sulla essenza della salvezza possono avere un rapporto di fiducia e di collaborazione. Papa Francesco ha immediatamente accettato di andare per sottolineare questo balzo in avanti nel superamento del conflitto e delle rivalità del passato. La sua presenza sarà un consolidamento del nuovo rapporto riconciliato fra cattolici e luterani e con altre Chiese protestanti».
Quindi in che maniera l’evento di Lund può contribuire al proseguimento del cammino ecumenico?
«Parte essenziale di questa commemorazione sarà il rivolgere i nostri sguardi verso il futuro, in vista di una testimonianza cristiana comune al mondo di oggi. Noi non sappiamo come e quando saranno risolte le questioni che ancora ci separano dalla piena unità, ma nel frattempo ci riconosciamo uniti nella fede in Cristo e nella missione di diffondere il Vangelo, nella solidarietà, servendo l’umanità sofferente».
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