“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)
Un granello di sale quotidiano per dare sapore alla tua giornata.


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Ogni vera preghiera, non importa quanto semplice, richiede la conversione di tutto il nostro essere verso Dio, e finché ciò non si è attuato — o attivamente per mezzo dei nostri sforzi, o passivamente per azione dello Spirito Santo — non entriamo nella «contemplazione» e non possiamo impunemente diminuire nostri sforzi per stabilire il contatto con Dio. Se tentiamo di contemplare Dio senza aver completamente rivolto verso di Lui il nostro volto interiore, finiremo inevitabilmente col contemplare noi stessi e ci immergeremo probabilmente nell’abisso di quella fredda tenebra che è la nostra natura sensibile. E non si tratta di una tenebra in cui si possa impunemente rimanere passivi.
D’altro canto, se ci basiamo troppo sulla fantasia e sulle nostre sensazioni, non ci volgeremo verso Dio, ma ci immergeremo in una quantità di immagini e ci fabbricheremo con le nostre mani una esperienza religiosa fatta su misura, cosa anch’essa pericolosa. Si riuscirà a «volgere» tutto il proprio essere verso Dio solo mediante una fede profonda, semplice e sincera, vivificata da una speranza che crede possibile il contatto con Dio, e da un amore che desidera sopra ogni altra cosa il compimento della sua volontà.
Talvolta accade che la meditazione non sia altro che una sterile lotta per volgersi verso Dio, per cercare il suo Volto nella fede. Un certo numero di cose che sfuggono al nostro controllo possono rendere moralmente impossibile una vera meditazione. In tal caso fede e buona volontà sono sufficienti. Se si è fatto uno sforzo sincero e onesto per volgersi verso Dio e non si riesce in nessun modo a tenere raccolte le proprie facoltà, allora il nostro tentativo può valere da meditazione. Questo significa che Dio, nella sua misericordia, accetta i nostri vani sforzi invece di una vera meditazione. Talvolta accade che questa incapacità spirituale sia segno di effettivo progresso nella vita interiore — perché ci fa dipendere più totalmente e con maggior pace dalla Divina Misericordia.


Thomas Merton

da “Pensieri nella solitudine” di Thomas Merton (1915-1968),
trappista americano, maestro spirituale molto stimato,
ritenuto tra i più grandi scrittori spirituali del XX secolo.