Nella sua catechesi di oggi, Bergoglio ha sottolineato che a Filadelfia con l’Incontro Mondiale delle Famiglie, “l’orizzonte” stesso del viaggio “si è allargato a tutto il mondo, attraverso il “prisma”, per così dire, della famiglia. La famiglia, cioè l’alleanza feconda tra l’uomo e la donna, è la risposta alla grande sfida del nostro mondo, che è una sfida duplice: la frammentazione e la massificazione, due estremi che convivono e si sostengono a vicenda, e insieme sostengono il modello economico consumistico. La famiglia è la risposta perchè è la cellula di una società che equilibra la dimensione personale e quella comunitaria, e che nello stesso tempo può essere il modello di una gestione sostenibile dei beni e delle risorse del creato. La famiglia è il soggetto protagonista di un’ecologia integrale, perchè è il soggetto sociale primario, che contiene al proprio interno i due principi-base della civiltà umana sulla terra: il principio di comunione e il principio di fecondità. L’umanesimo biblico ci presenta questa icona: la coppia umana, unita e feconda, posta da Dio nel giardino del mondo, per coltivarlo e custodirlo”.
In piazza San Pietro, il Papa ha voluto rivolgere “un fraterno e caloroso ringraziamento” a monsignor Charles Joseph Chaput, arcivescovo di Filadelfia, “per il suo impegno, la sua pietà, il suo entusiasmo e il suo grande amore alla famiglia nell’organizzazione di questo evento”.
In un altro passaggio della sua meditazione, papa Francesco ha sottolineato il passaggio da Cuba agli Stati Uniti: “È stato un passaggio emblematico, un ponte che grazie a Dio si sta ricostruendo. Dio sempre vuole costruire ponti; siamo noi che costruiamo muri! Il muri crollano, sempre!“. Francesco ha parlato anche della commovente tappa a Ground Zero: “Per la pace e la fraternità abbiamo pregato presso il Memoriale di Ground Zero, insieme con i rappresentanti delle religioni, i parenti di tanti caduti e il popolo di New York, così ricco di varietà culturali. E per la pace e la giustizia ho celebrato l’Eucaristia nel Madison Square Garden“.
“San Junípero mostra la strada della gioia: andare e condividere con gli altri l’amore di Cristo. Questa è la via del cristiano, ma anche di ogni uomo che ha conosciuto l’amore: non tenerlo per sé ma condividerlo con gli altri. Su questa base religiosa e morale sono nati e cresciuti gli Stati Uniti d’America, e su questa base essi possono continuare ad essere terra di libertà e di accoglienza e cooperare ad un mondo più giusto e fraterno”.
Quanto al suo discorso all’Onu, papa Francesco ha voluto ribadire “l’incoraggiamento della Chiesa cattolica a quella istituzione e al suo ruolo nella promozione delle sviluppo e della pace, richiamando in particolare la necessità dell’impegno concorde e fattivo per la cura del creato”. Al Palazzo di Vetro, ha aggiunto il Papa, “ho ribadito anche l’appello a fermare e prevenire le violenze contro le minoranze etniche e religiose”.
A piazza San Pietro sono arrivati oggi da tutto il mondo i devoti di Santa Rita da Cascia. Il Papa ha benedetto una statua dedicata alla santa, alta sei metri e del peso di trenta tonnellate, realizzata in Libano dallo scultore Nayef Alwan. I pellegrini italiani in piazza San Pietro sono stati accompagnati dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo.

Avvenire 30 settembre 2015
