Emma, «abuela peregrina» a 91 anni:
36mila chilometri a piedi tra i poveri.
Il Papa l’ha voluta abbracciare.
La nonna pellegrina viva a Castiglione delle Stiviere. L’ultimo viaggio in Argentina. «Ho percorso 36 mila chilometri a piedi». E su Facebook è diventata una star
Per tutti, in Argentina, è diventata la “abuela peregrina”, la nonna pellegrina. Una pagina Facebook racconta le sue avventure ed ha raccolto oltre 49 mila “mi piace”. Roba da star dei social. Emma Morosini, 91enne di Castiglione delle Stiviere, centro dell’Alto Mantovano, in 25 anni di pellegrinaggi ha macinato 36 mila chilometri a piedi. La sua ultima impresa, però, un migliaio di chilometri tra San Miguel de Tucuman e Luján per pregare per i giovani e la pace, è giunta all’orecchio di un argentino speciale: papa Francesco, che a Emma ha voluto stringere la mano. La “abuela peregrina” vive in un piccolo appartamento tra i vicoli di Castiglione, sulle colline moreniche del Garda. «La mia casa – racconta sorridendo – l’ho data a chi ne aveva più bisogno». Quando non è in giro per il mondo la sua vita è qui, dove assiste i malati, soprattutto di notte. Ci apre la porta in scarpe da ginnastica azzurre. Quelle che l’hanno accompagnata lungo la routa nacional 9: «Non le toglierei mai, me le hanno regalate e ormai i miei piedi si sono abituati alle scarpe comode».
Globetrotter
In Argentina è arrivata lo scorso dicembre, per un pellegrinaggio al santuario mariano di Luján, il più grande dell’Argentina. L’ultima delle sue mete dopo Lourdes, Gerusalemme, la messicana Monterey, la brasiliana Aparecida e molte altre, raccontate in nove diari di viaggio. Tutto è cominciato con un voto alla Madonna prima di un intervento chirurgico: «Non le offro fiori, ma la fatica dei miei passi», spiega Emma, che non si è fermata nonostante l’incidente stradale di un anno fa. In auto con alcune amiche, era stata tamponata e costretta a letto per mesi. La abuela peregrina dorme per strada, nei campi e sotto i ponti, sempre senza paura «perché la Madonna ci guarda e ci protegge», ma spesso è accolta in casa da sconosciuti. Come in Argentina il giorno del suo compleanno, l’8 gennaio: in un villaggio subito fuori San Miguel, una famiglia del posto non solo la ospita per la notte, ma corre a comprare torta e spumante per festeggiare i suoi 91 anni.
Bagaglio a mano
Emma viaggia leggera: ha un carrello solo un po’ più grande di quello della spesa, con un cambio d’abiti «per non sembrare una barbona», la scorta d’acqua, il latte in polvere e il pane secco. E un giubbino arancione fosforescente con la fotografia del Papa sulla schiena. In Argentina non tutto fila liscio: all’inizio la polizia vuole impedirle il viaggio per motivi di sicurezza. Deve intercedere il Consolato. Poi, durante il viaggio, inciampa, si rompe un braccio e si procura un grosso livido in faccia. Ma non si ferma: tutte le mattine, sveglia alle 6 e quattro o cinque ore di cammino. Da dove arriva tanta energia? «Tutta grazia di Dio – dice – mica la compro al supermercato».
L’invito del Papa
È a San Marco (Cordoba) quando riceve l’invito per l’udienza con papa Francesco. A Roma ci va il 22 aprile: con lei una piccola folla di pellegrini argentini, che la riconoscono e le fanno festa. Di quel giorno ricorda, oltre alla gioia, la fatica del Papa: «Che grande felicità, ma povero Papa. Era tutto rosso, accaldato». Prima di salutarci vuole regalarci i suoi souvenir di viaggio. «Io cosa me ne faccio?». I ricordi li ha tutti nei piccoli occhi blu. E nelle gambe da pellegrina. Che, pare di capire, presto saranno su un’altra rotta. Come scrive nel libro Nossa Senhora de Aparecida, «sarò una balorda, un’incosciente, ma finché saprò camminare io voglio onorarmi di essere pellegrina».
di Sabrina Pinardi
3 giugno 2015


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