Liturgia
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VII settimana di Pasqua
Commento di Paolo Curtaz

Lunedì 22 Maggio > (Feria – Bianco) | Lunedì della VII settimana di Pasqua At 19,1-8 Sal 67 Gv 16,29-33: Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo! |
Martedì 23 Maggio > (Feria – Bianco) | Martedì della VII settimana di Pasqua At 20,17-27 Sal 67 Gv 17,1-11: Padre, glorifica il Figlio tuo. |
Mercoledì 24 Maggio > (Feria – Bianco) | Mercoledì della VII settimana di Pasqua At 20,28-38 Sal 67 Gv 17,11-19: Siano una cosa sola, come noi. |
Giovedì 25 Maggio > (Feria – Bianco) | Giovedì della VII settimana di Pasqua At 22,30;23,6-11 Sal 15 Gv 17,20-26: Siano perfetti nell’unità. |
Venerdì 26 Maggio > (Memoria – Bianco) | San Filippo Neri At 25,13-21 Sal 102 Gv 21,15-19: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore. |
Sabato 27 Maggio > (Feria – Bianco) | Sabato della VII settimana di Pasqua At 28,16-20.30-31 Sal 10 Gv 21,20-25: Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera. |
Sabato 27 Maggio > (SOLENNITA’ – Rosso) | DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA DELLA VIGILIA Gen 11,1-9 Sal 32 Rm 8,22-27 Gv 7,37-39: Sgorgheranno fiumi di acqua viva. |
Domenica 28 Maggio > (SOLENNITA’ – Rosso) | DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA DEL GIORNO (ANNO A) At 2,1-11 Sal 103 1Cor 12,3-7.12-13 Gv 20,19-23: Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi. |
Lunedì della VII settimana di Pasqua
Gv 16,29-33: Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!
Difficile misurare la propria fede. Difficile sapere se siamo o meno capaci di professare la nostra fiducia nel Dio di Gesù. Difficile, soprattutto, quando le cose vanno male o non vanno come avremmo sperato. Quando ci sembra tutto chiaro, come accade agli apostoli prima dell’arresto, in realtà ancora non abbiamo sperimentato il limite del nostro limite, la misura della nostra fragilità. Quante volte pensiamo (speriamo?) di avere alle spalle un solido percorso di fede ed invece ci troviamo a rimettere tutto in discussione? Proprio la luce dell’ascensione ci rassicura: Gesù è salito al cielo per essere presente qui e ovunque. E chiede di dimorare nella pace che è la sua presenza. Siamo amati, siamo nelle mani e nell’abbraccio fiducioso di Dio, cosa dobbiamo temere? Anche quando il mare è in tempesta se ci immergiamo nella profondità degli abissi troviamo la calma assoluta. Così nella nostra vita: se troviamo il tempo ed il coraggio di dimorare nelle profondità dello Spirito, possiamo trovare quella pace che Dio solo può dare, che non risolve i problemi, ma ci aiuta a vederli in una luce nuova. La luce della fede.
Martedì della VII settimana di Pasqua
Gv 17,1-11: Padre, glorifica il Figlio tuo.
La vita eterna, che è già cominciata per ciascuno di noi, consiste nel conoscere Dio. La vita che ci è donata è un percorso per giungere alla conoscenza: di noi stessi e di Dio, di Dio attraverso la scoperta della nostra interiorità, e del nostro vero “io” alla luce del vero volto di Dio. Molti pensano che la vita coincida con la sopravvivenza, con lo scorrere dei giorni, con il soddisfacimento dei bisogni. Quelli che osano di più sognano e a volte realizzano anche una storia d’amore. Ma tutto ciò che facciamo, che concretizziamo, la gioia, legittima e necessaria, che sperimentiamo, tutto ci conduce alla scoperta del volto di Dio nascosto dietro e dentro la realtà. Ma quante poche energie dedichiamo a questa conoscenza, e quanto tempo spendiamo per ciò che non può dissetare! La progressiva conoscenza di Dio ci vede in sintonia con Gesù che ci sente “suoi”, che prega per noi. È bellissimo pensare di essere preziosi agli occhi del Maestro Gesù, questo ci rende forti e ci permette di affrontare ogni difficoltà. Il Signore Gesù prega Dio per noi, affinché anche noi giungiamo alla conoscenza tutta intera; continuiamo con entusiasmo nella scoperta di Dio!
Mercoledì della VII settimana di Pasqua
Gv 17,11-19: Siano una cosa sola, come noi.
Gesù, durante la preghiera dopo l’ultima cena, chiede per i suoi discepoli l’esperienza che lega il Padre con il Figlio. Siamo chiamati a formare un’unità profonda che non è assimilazione o appiattimento ma unione nella ricchezza della diversità: non un’unica voce ma un’armonia di suoni. Gesù, poi, chiede per noi di essere preservati dal Maligno. A volte noi cristiani vorremmo fuggire il mondo o creare delle isole felici in cui poter vivere liberamente i valori evangelici. Non è ciò che pensa Gesù: egli vuole che dimoriamo nel mondo, seppur con fatica, annunciando alle persone che incontriamo il volto di Dio così come egli ha fatto con noi. Quanta fiducia Gesù ripone in me! Sono chiamato anch’io a rendere presente il volto di Dio là dove vivo, pur nei miei limiti, nonostante Le mie lentezze evidenti! Ciò che dobbiamo fare è cercare e custodire la verità su noi stessi e sul mondo. La vita spirituale che con semplicità e determinazione cerchiamo di vivere, ci conduce alla conoscenza della verità grazie all’aiuto dello sSpirito Santo. Non siamo soli: il maestro ci accompagna in questa entusiasmante avventura….
Giovedì della VII settimana di Pasqua
Gv 17,20-26: Siano perfetti nell’unità.
Gesù durante la sua ultima grande preghiera sacerdotale porta nel suo cuore i suoi discepoli amati. È preoccupato quasi più per loro che per sé: chiede al Padre di conservarli nell’amore, di sostenerli nel loro percorso. Ma non si ferma lì: la sua preghiera si allarga e guarda oltre i confini della storia, per arrivare fino a noi. Sì: Gesù prega per noi suoi discepoli di seconda e terza generazione… per noi che abbiamo creduto grazie alla predicazione credibile di chi ci ha parlato del Signore. Mi emoziona pensare di essere presente nella preghiera di Cristo. Di essere anch’io, nelle mie piccole vicende, nell’orto degli Ulivi. Stiamo a cuore al Signore, siamo preziosi ai suoi occhi, si preoccupa per noi e innalza la sua preghiera al Padre per ciascuno di noi. Gesù prega per noi ma non si sostituisce a noi, non fa ciò che siamo in grado di fare, non opera contro la nostra volontà. La sua preghiera chiede per noi di dimorare nell’unità: in noi stessi, fra noi, come credenti, con Dio. Solo unificando la nostra vita e la nostra ricerca possiamo dimorare nell’amore che lega il Padre al figlio e che è lo Spirito Santo.
Venerdì 26 Maggio >
(Memoria – Bianco) San Filippo Neri
Filippo (Firenze 1515 – Roma 26 maggio 1595), sacerdote (1551), fondò l’Oratorio che da lui ebbe il nome. Unì all’esperienza mistica, che ebbe le sue più alte espressioni specialmente nella celebrazione della Messa, una straordinaria capacità di contatto umano e popolare. Fu promotore di forme nuove di arte e di cultura. Catechista e guida spirituale di straordinario talento, diffondeva intorno a sé un senso di letizia che scaturiva dalla sua unione con Dio e dal suo buon umore.
Venerdì della VII settimana di Pasqua
Gv 21,15-19: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
Per tre volte Pietro aveva negato di conoscere il Maestro davanti alle sollecitazioni di una servetta. Il principe degli apostoli aveva fatto una ben magra figura, smentendo quanto solennemente promesso qualche ora prima. Per questa ragione, probabilmente, gli evangelisti ci presentano Pietro come l’ultimo, fra gli apostoli, a convertirsi alla gioia. Gesù è risorto, certo, e Pietro ha avuto anche la straordinaria esperienza di un’apparizione privata che non deve essere andata molto bene visto che nessuno ne parla. Ma è come se la resurrezione fosse per qualcun altro, non per lui. Perciò Gesù viene per salvare la pecora che si era smarrita, sul lago di Tiberiade alla fine di un’ennesima notte infruttuosa. Perciò lo prende da parte e lo aiuta a riconciliarsi con se stesso. Pietro è incalzato e ammette di voler bene al Signore. Ma non è più disposto a fare grandi proclami e grandi promesse. Troppo il dolore per osare ancora. Gesù sorride: ora Pietro è pronto. Poiché ha sperimentato il proprio limite ora è capace di accogliere quello degli altri, senza giudizio e supponenza, ma con la misericordia che forgia i santi. Proprio come è successo a Pietro.
Sabato della VII settimana di Pasqua
Gv 21,20-25: Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.
No certo, non basterebbe il mondo a contenere i libri che raccontano i “vangeli” del nostro incontro con Dio. Non basterebbe il tempo ad ascoltare la testimonianza di milioni di fratelli e sorelle che, come Giovanni, hanno accolto la Parola e l’hanno lasciata crescere nella propria vita! Simone ha finito la prima parte del suo percorso: ora che è consapevole del suo limite può veramente rassicurare la fede dei suoi fratelli. Ora che non è più arrogante, che ha toccato sulla pelle il proprio limite, può finalmente diventare il pastore che rassicura i fratelli. Chiede di Giovanni, Pietro, chiede se non vada meglio lui. Forse ha ragione: è un mistico, Giovanni, ed era l’unico dei discepoli, insieme alla madre, a stare sotto la croce. No, Gesù ha scelto Simone, non Giovanni il perfetto. Che ce ne faremmo di un Papa perfetto? Di una Chiesa perfetta? Come potrei sentirmi a mio agio, io che sono un peccatore? Gesù lo rassicura, sa quello che fa’, e Pietro deve arrendersi all’evidenza, evitare di insistere. È questa la logica di Dio, la logica di chi non vuole a capo della sua Chiesa i migliori ma coloro che hanno l’ardire del pentimento, il coraggio del perdono donato e ricevuto. Donato perché ricevuto…
Sabato – MESSA DELLA VIGILIA di PENTECOSTE
Gv 7,37-39: Sgorgheranno fiumi di acqua viva.
Invochiamo lo Spirito con forza, chiediamo al Signore risorto l’abbondanza della sua presenza, chiediamogli di aiutarci a superare la Babele dell’incomprensione! Il Signore è vivo e presente, l’unico in grado di convertire i nostri cuori, di dissetare la nostra immensa sete di felicità e di bene, di amore e di pace, di luce e di grazia! Il Signore, che proclamiamo risorto, ci riempie la vita con i doni della sua presenza, con la dolcezza del suo amore adulto e costruttivo! Invochiamo lo Spirito, amici, che scenda su questo mondo irrancidito dall’odio e dalla violenza, dall’incomprensione e dalla solitudine! Gesù dona lo Spirito dopo essere glorificato, dopo avere donato la sua vita, dopo essere innalzato sull’altare della croce. La croce diventa, in Giovanni, la manifestazione dell’amore di Dio, la misura del suo amore. A volte anche noi dobbiamo passare nel terribile crogiuolo del dolore e della disperazione per potere risorgere a vita nuova e ottenere lo Spirito. Alla fine di questo luminoso tempo pasquale, alla fine di questo mese di maggio dedicato alla preghiera alla Madre di Dio, allarghiamo il nostro cuore per ricevere il dono dello Spirito!