Mercoledì della III settimana di Quaresima
Dt 4,1.5-9 Sal 147 Mt 5,17-19: Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Commento su Matteo 5,17-19

di Silvano Fausti
Qui ci troviamo col Vangelo di Matteo che è rivolto a dei cristiani che vengono dal Giudaismo e vuol mostrare come in Gesù si compia la legge mosaica e la profezia, cioè Gesù è il compimento della promessa a Israele, e quindi è anche un tema che è molto interessante anche per noi perché effettivamente Gesù è comprensibile solo come compimento della promessa di Israele. E poi circa il discorso della legge, chi ha fatto Paolo ha già sentito il discorso di Paolo sulla legge, come Gesù ci libera dalla legge, dalla schiavitù della legge, nel senso che la Legge è buona, è il cammino per la vita, è il custode della vita, ma la legge non dà la vita. Se è giusta la legge, punisce chi sbaglia, quindi ti dice dov’è l’errore. Siccome tutti sbagliamo, la legge non fa altro che evidenziare i nostri errori, quindi la legge non salva nessuno ma ci condanna tutti. Quindi siamo tutti sotto la condanna della Legge e la schiavitù della legge e Gesù è venuto a liberarci con la sua morte in Croce da questa condanna. da questa schiavitù. Quindi Gesù è il compimento della legge, quindi quello che Lui fa e dice è semplicemente quel cammino che Dio concede a ogni uomo in Gesù e il dono che ci fa di poter vivere da uomini nuovi, da uomini che sanno finalmente vivere la legge, e per legge si intende ormai qualcosa di preciso, non l’insieme di tutte le minuzie, ma la legge intesa come amore di Dio e amore del prossimo. E chi ama compie tutta la legge.


L.M. Epicoco
Poteva accadere ai tempi di Gesù di ascoltare le sue parole e i suoi insegnamenti e dedurre erroneamente che il suo approccio era quello di eliminare l’insegnamento della Legge e dei Profeti. Forse anche noi se facciamo una lettura superficiale del Vangelo possiamo cadere nel medesimo fraintendimento. Ecco perché forse Gesù sente la necessità di dire esplicitamente nel Vangelo di oggi questa considerazione:
Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento”.
Qual è la grande differenza? Quando Dio dà al popolo di Israele la Legge e l’insegnamento dei Profeti lo fa per rendere possibile la loro libertà. Infatti è un illusione pensare che si può essere liberi senza un metodo che renda possibile la libertà. È come voler crescere in una capacità sportiva senza avere chiaro quali esercizi ti aiutano a fortificarti e a vincere. Ma con il tempo Israele ha fatto un uso della Legge e dell’insegnamento dei Profeti che invece che generare libertà ha generato oppressione e frustrazione. Allora l’insegnamento di Gesù mira a ristabilire il compimento vero della Legge e dei Profeti, cioè a recuperare quel potenziale di liberazione contenuto in essi. Ecco perché è un’illusione anche per noi cristiani pensare di poter vivere il Vangelo senza una morale, ma guai se il Vangelo fosse ridotto semplicemente a un moralismo.


di Paolo Curtaz
Gesù è accusato di essere un anarchico, di sovvertire i costumi, di essere un blasfemo perché non rispetta la Legge. Oggi, invece, egli afferma di osservare la Legge e chiede che sia osservata scrupolosamente. Chi ha ragione? I farisei rispettavano la Legge e chiedevano di osservarla, certo. Ma la loro non era la legge data da Dio a Mosè sul Sinai, ma gli oltre seicento precetti della tradizione orale che si erano accumulati con i secoli e che Gesù contestava vigorosamente. Mischiando insieme sacrosanti comandi con pie devozioni, opinioni teologiche con semplici e discutibili abitudini, i rabbini e i dottori della Legge avevano messo tutto sullo stesso piano, come a volte accade anche a noi, oggi, creando una gran confusione. Quando ci avviciniamo alla fede dobbiamo essere ben consapevoli che non tutto è uguale allo stesso modo: ci sono dei pilastri essenziali alla fede, poi ci sono delle riflessioni consequenziali e, infine, le tradizioni (buone e da rispettare, ma con giudizio!) delle singole comunità e dei singoli preti. Fare un po’ di chiarezza intorno a cosa è essenziale distinguendolo dalle cose marginali gioverebbe anche a noi cattolici!