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Martedì della I settimana di Quaresima
Is 55,10-11 Sal 33 Mt 6,7-15: Voi dunque pregate così.
Commento su Matteo 6,7-15
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»
Commento
di Franco Mastrolonardo
Che invenzione il Padre nostro! E’ l’abc di ogni preghiera. Gesù non poteva consegnarci preghiera più bella.Ma il suo propriumsapete qual’è? L’algoritmo infallibile di questa preghiera si cela dietro la prima parola: Padre. Il nostro Dio non è il Dio dei pagani che si conquista a forza di parole. Gesù ci svela il volto di un Padre. Cambia tutto. La preghiera non è fatta più di parole, ma di sguardi, di fiducia, di un intimo trattenimento con Colui del quale sai di essere amato come scriveva santa teresa d’Avila. Se Dio è Padre non servono i capricci dei pagani o i rituali religiosi dei farisei. Serve l’essere figli, prendere consapevolezza di essere figli, amati, desiderati fortemente voluti da un Dio che è Padre.www.preg.audio
di Paolo Curtaz
Nel deserto riscopriamo il valore e il dono della preghiera. Quella preghiera che, giorno per giorno, feconda i nostri giorni e cambia il nostro modo di vedere la vita. Facciamo fatica a pregare, tutti, anche dopo molti anni di tentativi e di esperienza, anche se siamo dei discepoli navigati. Alla fine del percorso non ci resta che arrenderci all’evidenza, ammettere la nostra incapacità e chiedere al Signore di insegnarci lui a pregare. La preghiera che ci consegna, l’unica che egli ci ha donato, è colma della sua interiorità, del suo slancio verso il Padre, della sua ricerca intima di Dio. Un Dio che è Padre/madre, che ci invita a riconoscerci parte di un tutto, che ci chiede di elemosinare ciò che riempie il quotidiano restando capaci di guardare all’essenziale e all’altrove. Riscopriamo questa preghiera, in queste settimane, facciamola nostra, gustiamola, ripetiamola spesso durante lo scorrere dei giorni. È la preghiera che meglio parla di Dio, e di noi. Siamo figli di un padre straordinario, siamo discepoli di un Dio che ci fa crescere e ci conduce verso la pienezza. E ancora chiediamo che ogni uomo scopra o riscopra il volto del Padre…
Meditazione di Papa Francesco
Il Padre Nostro è lo spazio della preghiera cristiana
Quando preghiamo il Padre Nostro arriviamo fino alle radici della nostra identità: Papa Francesco ha preso spunto dalla Lettura del Vangelo (Mt 6,7-15) per parlare della preghiera più importante per un cristiano, quella che ci ha insegnato direttamente Gesù.
“Questo Padre che ci dà proprio l’identità di figli. E quando io dico ‘Padre’ ma arrivo fino alle radici della mia identità: la mia identità cristiana è essere figlio e questa è una grazia dello Spirito. Nessuno può dire ‘Padre’ senza la grazia dello Spirito. ‘Padre’ che è la parola che Gesù usava nei momenti più forti: quando era pieno di gioia, di emozione: ‘Padre, ti rendo lode, perché tu riveli queste cose ai bambini’; o piangendo, davanti alla tomba del suo amico Lazzaro: ‘Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato’; o poi, dopo, alla fine, nei momenti finali della sua vita, alla fine”:
“Padre. E’ sentire lo sguardo del Padre su di me, sentire che quella parola ‘Padre’ non è uno spreco come le parole delle preghiere dei pagani: è una chiamata a Colui che mi ha dato l’identità di figlio. Questo è lo spazio della preghiera cristiana – ‘Padre’ – e poi preghiamo tutti i Santi, gli Angeli, facciamo anche le processioni, i pellegrinaggi… Tutto bello, ma sempre incominciando con ‘Padre’ e nella consapevolezza che siamo figli e che abbiamo un Padre che ci ama e che conosce i nostri bisogni tutti. Questo è lo spazio”.
“E’ buono che alcune volte facciamo un esame di coscienza su questo. Per me Dio è Padre, io lo sento Padre? E se non lo sento così, ma chiedo allo Spirito Santo che mi insegni a sentirlo così. Ed io sono capace di dimenticare le offese, di perdonare, di lasciar perdere e se no, chiedere al Padre ‘ma anche questi sono i tuoi figli, mi hanno fatto una cosa brutta… aiutami a perdonare’?. Facciamo questo esame di coscienza su di noi e ci farà bene, bene, bene. ‘Padre’ e ‘nostro’: ci dà l’identità di figli e ci dà una famiglia per ‘andare’ insieme nella vita”.
(16 giugno 2016 a casa Santa Marta)