Giovedì dopo le Ceneri
Lc 9,22-25: Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Commento

di Silvano Fausti
Ecco, queste parole di Gesù non sono rivolte ai discepoli più bravi, a chi è particolarmente masochista, a chi vuol fare l’asceta, non è neanche rivolto ai discepoli… è rivolto a tutti, a ogni uomo, perché ogni uomo salva la sua umanità se la sua vita è specchio del Figlio dell’uomo che vince il male, quindi è per ogni uomo che deve imparare a diventare discepolo, dice “imparare”, il discepolo è quello che impara. Imparare dal Figlio dell’uomo la verità dell’uomo, quindi è per tutti…E comincia con un “se”, è un’ipotesi, se vi interessa questa ipotesi…non è un obbligo per nessuno, non è che Gesù ha imposto per legge che bisogna fare così e poi ha fatto un concordato con Ponzio Pilato, con Erode, coi Sommi Sacerdoti per imporlo lo in campo civile, religioso, politico, anche a livello più ampio, in modo che così è sicuro che la gente lo fa….sennò come finisce il Bene se non costringiamo la gente a farlo…no,”se”, se uno vuole. È un atto di perfetta e piena libertà. Allora “se uno vuole” è il gesto sommo di libertà… che cosa vuole…venire dietro di me. È questa relazione personale con Lui la fede, non teorica ma quella relazione che ti fa sentire Lui. E perché si segue una persona? È perché a questo punto vogliamo seguire Gesù? Perché Gesù è l’uomo libero, Gesù è davvero la realizzazione di Dio sulla terra, è Dio sulla terra….perché? Perché ama, perché sa dare la vita, perché vince il male, perché vince la malattia, perché vince la morte, perché vince l’egoismo, la radice di tutti i mali, perché vince le nostre paure della morte, perché pensiamo che la morte regni sovrana sul mondo e invece è l’Amore e la vita che regna, per questo è entrato anche nella morte. Quindi andare dietro di Lui vuol dire proprio andare dietro a quello che ci dona…cosa? È il Signore della vita, ci dona la vita, è colui che è tutto è solo Amore, ci dona l’Amore, è colui che con l’Amore vince il male, è la vittoria sul male, sull’egoismo…e praticamente è la nostra vita seguire Lui.


di L.M. EpicocoSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.
Ogniqualvolta leggiamo questo brano del Vangelo possiamo cadere nella tentazione di pensare che Gesù stia facendo l’elogio della sofferenza. In realtà Egli ci sta semplicemente indicando un cammino che porta da qualche parte perché il nostro più grande rischio è girare a vuoto, vivere, cioè, senza mai concludere nulla e sprecare molte energie. Rinnegare se stessi significa imparare a diffidare dai mille pensieri e sensazioni che molte volte ci risuonano dentro e che ci destabilizzano. A questi pensieri e a queste sensazioni noi possiamo opporre qualcosa di concreto: la parola che ci dà Gesù. È un po’ come se una persona che sta affogando riceve aiuto da qualcuno su una barca; in quel momento deve disobbedire al panico e aggrapparsi a quella mano. In questo senso “rinnegare se stessi” significa imparare ad obbedire a qualcosa di oggettivo che ci tira fuori dal buio in cui molto spesso cadiamo quando ci rinchiudiamo nei nostri ragionamenti e nella nostra emotività. Poi “prendere la propria croce e seguire Gesù” significa prendere ciò che in questo momento c’è dentro la nostra vita e affrontarlo nella maniera che ci indica Gesù. È come se la nostra vita fosse l’attraversamento di un campo minato, e Gesù è l’unico che sa dove si possono mettere i piedi senza saltare in aria. In questo senso seguirlo significa prendere sul serio ogni Sua indicazione che troviamo nel Vangelo. Oggi sembra chiaro che il Vangelo ci sta dicendo che senza Vangelo rischiamo di perderci e proprio per questo dobbiamo rimetterlo al centro della nostra vita. Non dobbiamo pensare di non essere capaci di capire. Gesù si faceva capire da tutti e continua a farsi capire. Bisogna solo imparare ad ascoltarlo un po’ alla volta.
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di Paolo Curtaz
Restate tranquilli: il Signore non ci chiede di cercare la sofferenza o di accoglierla senza combattere, il prendere la croce ha poco a che vedere con l’atteggiamento autolesionista con cui, troppo spesso, abbiamo accolto questa parola così intensa e liberante. La ragione la dice lui stesso: siamo chiamati ad andare fino in fondo, ad osare, a non mollare proprio perché lui, il Signore, il Maestro, il Rabbì, è andato fino in fondo senza tentennamenti. Gesù non ha amato la croce, né l’ha cercata e ne avrebbe volentieri fatto a meno. Ma, ad un certo punto, quella croce è stata l’unico strumento che ancora aveva per ridire senza ambiguità, senza tentennamenti, senza ombra di dubbio ciò che egli voleva dire. La croce è diventata, allora, l’unico modo per il Signore di manifestare l’amore per il Padre e per gli uomini. Quell’amore siamo chiamati ad imitare, quell’amore siamo chiamati a cercare e a donare anche se fa male, anche se non riusciamo, a costo di perdere la vita. Proprio perché la vita piena, la vita vera, la vita dell’Eterno vale la pena di essere vissuta fino in fondo.

Meditazione di Papa Francesco

Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25
Fermarsi e scegliere

Nella fretta della vita bisogna avere il coraggio di fermarsi e di scegliere. E il tempo quaresimale serve proprio a questo. Nella messa a Santa Marta, Papa Francesco ha posto l’accento sulla necessità di porsi quelle domande che sono importanti per la vita dei cristiani e di saper fare le scelte giuste.

«All’inizio del cammino quaresimale, la Chiesa ci fa riflettere sulle parole di Mosè e di Gesù: “Tu devi scegliere”». Si tratta quindi di riflettere sulla necessità che tutti noi abbiamo di fare delle scelte nella vita. «E Mosè è chiaro: “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male: scegli”». Infatti «il Signore ci ha dato la libertà, una libertà per amare, per camminare sulle sue strade». E così noi siamo liberi e possiamo scegliere. Purtroppo però, «non è facile scegliere». È più comodo «vivere lasciandosi portare dall’inerzia della vita, delle situazioni, delle abitudini». Per questo «oggi la Chiesa ci dice: “Tu sei responsabile; tu devi scegliere”». Ecco allora gli interrogativi: «Tu hai scelto? Come vivi? Il tuo modo di vita, il tuo stile di vita, com’è? È dalla parte della vita o dalla parte della morte?».

Naturalmente la risposta dovrebbe essere quella di «scegliere il cammino del Signore. “Io ti comando di amare il Signore”. E così Mosè ci fa vedere la strada del Signore: “Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, perirete”. Scegliere fra Dio e gli altri dei, quelli che non hanno il potere di darci niente, soltanto piccole cosine che passano».

«Noi abbiamo sempre questa abitudine di andare un po’ dove va la gente, un po’ come tutti». Ma, ha proseguito, «oggi la Chiesa ci dice: “Fermati e scegli”. È un buon consiglio. E oggi ci farà bene fermarci e durante la giornata pensare: com’è il mio stile di vita? Per quali strade cammino?».

Dal resto, nella quotidianità noi tendiamo all’atteggiamento opposto. «Tante volte viviamo di corsa, viviamo in fretta, senza accorgerci di come sia la strada; e ci lasciamo portare avanti dai bisogni, dalle necessità del giorno, ma senza pensare». Da qui l’invito a fermarsi: «Incomincia la Quaresima così con piccole domande che aiuteranno a pensare: “Come è la mia vita?”». Il primo interrogativo da porsi è: «Chi è Dio per me? Io scelgo il Signore? Com’è il rapporto con Gesù?». E il secondo: «Com’è il rapporto con i tuoi; con i tuoi genitori; con i tuoi fratelli; con la tua sposa; con tuo marito; con i tuoi figli?». Infatti, bastano «queste due domande, e sicuramente troveremo cose che dobbiamo correggere».

C’è da chiedersi «perché noi andiamo così di fretta nella vita senza sapere su quale strada camminiamo».  «Perché vogliamo vincere, vogliamo guadagnare, vogliamo avere successo». Ma Gesù ci fa pensare: «Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». Infatti «una strada sbagliata è quella di cercare sempre il proprio successo, i propri beni, senza pensare al Signore, senza pensare alla famiglia». Tornano allora le due domande sul rapporto con Dio e con chi ci è caro, visto che «uno può guadagnare tutto, ma alla fine diventare un fallito. Ha fallito. Quella vita è un fallimento». Anche quelle che sembrano aver avuto successo, quelle di donne e di uomini cui «hanno fatto un monumento» o hanno dedicato «un quadro», ma non hanno «saputo scegliere bene fra la vita e la morte».

«Ci farà bene fermarci un po’ — cinque, dieci minuti — e farci la domanda: com’è la velocità della mia vita? Io rifletto sulle cose che faccio? Com’è il mio rapporto con Dio e con la mia famiglia?». In questo «ci aiuterà anche quel consiglio tanto bello del Salmo: “Beato l’uomo che confida nel Signore”». E «quando il Signore ci dà questo consiglio — “Fermati! Scegli oggi, scegli” — non ci lascia soli; è con noi e vuole aiutarci». E noi, da parte nostra dobbiamo «soltanto confidare, avere fiducia in Lui».

«Oggi, nel momento in cui noi ci fermiamo per pensare a queste cose e prendere decisioni, scegliere qualcosa, sappiamo che il Signore è con noi, è accanto a noi, per aiutarci. Mai ci lascia andare da soli. È sempre con noi. Anche nel momento della scelta». Da qui la duplice consegna conclusiva: «abbiamo fiducia in questo Signore, che è con noi, e quando ci dice “scegli fra il bene e il male” ci aiuta a scegliere il bene». E soprattutto «chiediamogli la grazia di essere coraggiosi», perché «ci vuole un po’ di coraggio» per «fermarsi e chiedersi come sto davanti a Dio, come sono i rapporti con la mia famiglia, cosa devo cambiare, cosa devo scegliere. E Lui è con noi».

(Giovedì, 19 febbraio 2015)