14 Febbraio
Cirillo e Metodio.
Maestri dell’incontro per l’Europa di oggi 


cirillometodio


Testimoni per i loro contemporanei, maestri per l’Europa di oggi, la storia dei santi Cirillo e Metodio racconta un continente capace di superare i confini della lingua e della cultura per creare ponti e alimentare il dialogo. La loro eredità oggi è patrimonio prezioso e ricorda la necessità di affrontare con coraggio le sfide del nostro tempo. Non a caso nel 1980 Giovanni Paolo II li ha proclamati assieme a san Benedetto patroni d’Europa. Per la tradizione questi due fratelli nati a Salonicco all’inizio del IX secolo furono gli “apostoli degli slavi”, perché portarono il Vangelo in Pannonia e Moravia: qui Cirillo mise mano a un nuovo alfabeto per le popolazioni locali e alle traduzioni dei testi sacri. Morì a Roma nell’869, 16 anni prima del fratello Metodio, che era stato ordinato vescovo a Roma e morì in Moravia.
Altri santi. San Valentino, martire (II-III sec.); sant’Antonino di Sorrento, abate (IX sec.)

Matteo Liut
Avvenire

Dalla «Vita» in lingua slava di Costantino

Costantino Cirillo, stanco dalla molte fatiche, cadde malato e sopportò il proprio male per molti giorni. Fu allora ricreato da una visione di Dio, e cominciò a cantare così. Quanto mi dissero: «andremo alla casa del Signore», il mio spirito si è rallegrato e il mio cuore ha esultato (cfr. Sal 121, 1).
Dopo aver indossato le sacre vesti, rimase per tutto il giorno ricolmo di gioia e diceva: «Da questo momento non sono più servo né dell’imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen».
Il giorno dopo vestì il santo abito messianico e aggiungendo luce a luce si impose il nome di Cirillo. Così vestito rimase cinquanta giorni.
Giunta l’ora della fine e di passare al riposo eterno, levate le mani a Dio, pregava tra le lacrime, dicendo: «Signore, Dio mio, che hai creato tutti gli ordini angelici e gli spirito incorporei, che hai steso i cieli e resa ferma le terra e hai formato dal nulla tutte le cose che esistono, tu che ascolti sempre coloro che fanno la tua volontà e ti temono e osservano i tuoi precetti; ascolta la mia preghiera e conserva nella fede il tuo gregge, a capo del quale mettesti me, tuo servo indegno ed inetto.
Liberali dalla malizia empia e pagana di quelli che ti bestemmiano; fà crescere di numero la tua Chiesa e raccogli tutti nell’unità.
Rendi santo, concorde nella vera fede e nella retta confessione il tuo popolo, e ispira nei cuori la parola della tua dottrina. E’ tuo dono infatti l’averci scelti a predicare il Vangelo del tuo Cristo, a incitare i fratelli alle buone opere ed a compiere quanto ti è gradito.
Quelli che mi hai dato, te li restituisco come tuoi; guidali ora con la tua forte destra, proteggili all’ombra delle tue ali, perché tutti lodino e glorifichino il tuo nome di Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen».
Avendo poi baciato tutti col bacio santo, disse: «Benedetto Dio, che non ci ha dato in pasto ai denti dei nostri invisibili avversari, ma spezzò la loro rete e ci ha salvati dalla loro voglia di mandarci in rovina».
E così, all’età di quarantadue anni, si addormentò nel Signore.
Il papa comandò che tutti i Greci che erano a Roma ed i Romani si riunissero portando ceri e cantando e che gli dedicassero onori funebri non diversi da quelli che avrebbero tributato al papa stesso; e così fu fatto.(Cap. 18; Denkschriften der kaiserl. Akademie der Wissenschaften, 19, Vienna 1870, p. 246)