SOLENNITÀ DI MARIA SS. MADRE DI DIO
– Giornata Mondiale della Pace

In quel tempo, [i pastori] 16 andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19 Maria , da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21 Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.


Arcabas12

Luca 2, 16-21

15 Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. 16 Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

I potenti della terra non hanno antenne per captare notizie come quella dell’angelo; hanno bisogno di grandezza, di inni di trionfo, di vestiti sfarzosi; ostentano gioielli, palazzi, macchine blindate, templi a forma di grattacieli colmi di cartamoneta ed ostentano finanche tombe faraoniche…per coprire la loro vergogna.

Questi potenti restano nei loro palazzi, non sentono alcuna necessità di muoversi… Gli emarginati invece, scossi da quella notizia così sorprendente, vanno diritti all’obiettivo: vogliono vedere coi propri occhi che il loro sogno è diventato realtà. Trovano una piccola comunità familiare, presentata come qualsiasi comunità ben strutturata, con tre personaggi. Si tratta di un gruppo umano concreto (nomi propri), con funzioni ben differenziate: Maria, la madre, che personifica l’amore fedele e disinteressato; Giuseppe, il padre, la patria tradizione, che ha messo il suo casato al servizio della causa dell’umanità; il bambino (ancora senza nome), “deposto” in una mangiatoia, impotente, emarginato quanto gli stessi pastori (parla con i fatti il loro stesso linguaggio). È l’inizio di un cambiamento di valori che farà storia.

17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.

Non è chiaro chi siano questi “tutti” ai quali i pastori comunicano il contenuto dell’oracolo celeste. Per analogia con 1,65-66, potremmo suggerire che i pastori hanno diffuso la notizia tra i vicini. Di fatto, in Israele, nessuno si aspettava una notizia del genere e tanto meno per bocca di gente così disprezzata. Per questo non le accordano alcun credito. La prima reazione, quella degli ascoltatori, è solo di sorpresa.

19 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

La reazione di Maria, figura dell’Israele fedele, è diversa. Pur, non comprendendo, “conserva il ricordo”, cioè lo imprime nella memoria. Il fatto di conservare il ricordo di questi fatti nel “suo cuore” (cfr 1,66) e di “meditarli” faciliterà un giorno la comprensione.

20 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

La terza reazione, quella degli emarginati, assomiglia a quella degli angeli (“glorificando/gloria” e “lodando Dio” cfr. Lc 2,13-14). I pastori hanno potuto constatare di persona la veridicità dell’annuncio dell’angelo: è nato per loro un salvatore che li strapperà dalla emarginazione, il Messia di Israele e il Signore delle nazioni. Solo loro sono in grado di capire quel linguaggio così crudo e di fatto, i pastori, lo intendiamo dalle parole di Luca, hanno capito tanto bene, da diventare angeli!

21 Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Maria e Giuseppe, in parallelo con Elisabetta e Zaccaria nei confronti di Giovanni, ma non senza un contrasto significativo, circoncidono il bambino, integrandolo nell’alleanza che Dio aveva stipulato con Abramo (cfr Lc 1,59) e “gli fu messo nome Gesù”, che vuol dire “Dio salva”, come aveva ordinato l’angelo (“e lo chiamerai Gesù” 1,31 [detto a Maria]), in vista della sua condizione di “salvatore” (2,11).

Riflessioni…

  • Con il nuovo anno, ci sarà una nuova storia? L’e-vento è diventato l’av-venimento: il cielo si è fatto prossimo alla terra, il divino all’umano. Qualcuno ha realizzato “questo av-venimento”, ed è ricominciata la storia.
  • Sono venuti anche messaggeri dal cielo, che ce l’hanno annunciato, hanno provocato la nostra curiosità sull’avvenimento, ed hanno detto: “è nato per voi”, come Egli dirà: “questo è il Corpo mio dato per voi”. Poi si sono allontanati…
  • E noi ci siamo interrogati, e abbiamo voluto sperimentare: siamo andati, abbiamo visto e constatato. Approdo intermedio di una fede.
  • E poi abbiamo detto… (come gli Angeli). E quelli si stupivano… E “Quella” meditava… E noi glorificavamo… Intreccio tra annuncio, ascolto, visione, glorificazione e profezie…: il lungo processo esistenziale di fede.
  • Che cosa è avvenuto? Come si chiama colui che è venuto, grazie al quale è ricominciata l’avventura di Dio e dell’uomo? Si chiama Gesù. E nel suo nome, da oggi ogni anonima avventura potrà avere un senso e si chiamerà storia, potrà essere una nuova storia.
  • E tutto, anche grazie alla Madre sua…
  • Da allora siamo diventati custodi: di un mistero, di un annuncio, di una speranza. E costituiti responsabili-custodi: del creato, della nuova storia e del suo sviluppo, del governo della natura e della sua salvezza.
  • Mentre molti restano ancora sordi alla voce dell’ultimo Angelo che delle stelle, dei pianeti, della terra, delle acque, degli alberi e dell’aere… ci chiede conto. E, in fretta, ora abbiamo da rispondere, senza retorica e senza rinvii.

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