Venerdì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario
Lc 21,29-33:
Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

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Gesù dice due volte vedere, una volta guardare e due volte conoscere. Cioè dobbiamo davvero vedere, vedere, guardare, conoscere, conoscere da questa parabola. E cosa farà il fico? Il fico è un albero tra l’altro, che non fa foglie come tutti gli altri alberi che prima fanno i fiori, però i fiori del fico son già frutti e poi continua a far costantemente frutti anche dopo, praticamente ogni mese tranne che nello stretto inverno e quando c’è lo stretto inverno rimane su qualche fico secco sulla pianta se no si dice “non c’è un fico secco”, cioè è un albero che deve sempre produrre. Come noi in qualunque stagione, in qualunque situazione siamo chiamati a produrre il frutto che l’agricoltore vuole. L’agricoltore è il Padre eterno che alla fine di tutto cosa vuole? Che ci sia amore tra di noi. E siccome non c’è, ecco che allora l’unico che produce frutto sarà l’albero della croce, dove il Figlio, portando su di se tutto il male del mondo perché è maledizione la croce, sarà il frutto pieno di uno che ama il Padre e ama i fratelli con lo stesso amore del Padre, di amore infinito fino a dare la vita.
Imparate da quest’albero che proprio anche nel male sa vivere fino in fondo l’amore più forte di ogni male e di ogni morte. Questo è il grande maestro, questo albero che vedete alle spalle. E tutti gli alberi sono simboli di questo albero che ogni anno sembra morto: rinasce. Fiorisce e fa frutto. E questo dovrebbe fare non solo ogni anno ma sempre, costantemente. E quando germogliano, conoscete che l’estate è vicina, l’estate è la stagione dei frutti, il frutto è la vita, se non vengono i frutti non si vive.

Silvano Fausti


Le parole del Signore non passano. Con questa certezza concludiamo l’anno liturgico, certi della promessa fattaci dal Maestro. E con questa certezza possiamo leggere gli eventi del mondo e della Chiesa, senza paura, senza dietrologie, senza visioni approssimative e piccine ma con lo sguardo ampio che solo la fede ci può donare. Il discepolo guarda al mondo con realismo ottimista: senza cedere alle lusinghe di chi periodicamente trova delle soluzioni definitive, sa che nel cuore portiamo un’ombra, il peccato originale e che tale ombra rode dall’interno ogni utopia, ogni progetto, ogni rivoluzione. Ma questo non significa che restiamo immobili senza far nulla, che ci rassegniamo ma che aspettiamo cieli nuovi e terra nuova in cui avrà stabile dimora la giustizia. Qui e ora costruiamo il Regno dove viviamo, con semplicità, con ostinazione, con gioia. Qui e ora realizziamo il sogno di Dio di un mondo in cui ci si accoglie nel rispetto delle diversità cercando insieme il senso ultimo della vita che Cristo ci ha rivelato. E l’attesa è colma della presenza e delle parole di Cristo che non passano e che diventano pane quotidiano.

Paolo Curtaz