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XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Commento di Paolo Curtaz

Domenica 25 Settembre > (DOMENICA – Verde) | XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) Am 6,1.4-7 Sal 145 1Tm 6,11-16 Lc 16,19-31: Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. |
Lunedì 26 Settembre > (Feria – Verde) | Lunedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Gb 1,6-22 Sal 16 Lc 9,46-50: Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande. |
Martedì 27 Settembre > (Memoria – Bianco) | San Vincenzo de’ Paoli Gb 3,1-3.11-17.20-23 Sal 87 Lc 9,51-56: Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. |
Mercoledì 28 Settembre > (Feria – Verde) | Mercoledì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Gb 9,1-12.14-16 Sal 87 Lc 9,57-62: Ti seguirò dovunque tu vada. |
Giovedì 29 Settembre > (FESTA – Bianco) | SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE Dn 7,9-10.13-14 Sal 137 Gv 1,47-51: Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo. |
Venerdì 30 Settembre > (Memoria – Bianco) | San Girolamo Gb 38,1.12-21;40,3-5 Sal 138 Lc 10,13-16: Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato. |
Sabato 1 Ottobre > (Memoria – Bianco) | Santa Teresa di Gesù Bambino Gb 42,1-3.5-6.12-16 Sal 118 Lc 10,17-24: Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. |
Domenica 2 Ottobre > (DOMENICA – Verde) | XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) Ab 1,2-3;2,2-4 Sal 94 2Tm 1,6-8.13-14 Lc 17,5-10: Se aveste fede! |
Lunedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario
Lc 9,46-50: Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.
Sono infantili i discepoli. Ma non nel senso evangelico del termine, non sono bambini in maniera positiva! Sono infantili perché Gesù sta per confidare loro di essere disposto a morire per annunciare il vero volto del padre: ha indurito il volto per salire a Gerusalemme. E davanti a tanta determinazione, in un momento drammatico cosa fanno i suoi migliori amici? Discutono su chi fra di loro sia il più importante, come se Gesù non avesse detto nulla… Non ottiene conforto, il Signore, e nemmeno incoraggiamento, solo l’incomprensione totale dei suoi. E si fa da parte, il Maestro, cogliendo l’occasione per ribadire quale sia la logica del Regno, in cui più si è in alto e più si diventa servi. Sono infantili i discepoli: vogliono dare la patente di predicatore solo a chi garba loro, cercando di preservare l’esclusiva dell’annuncio. E il Signore li ammonisce e li invita a guardare le tante cose positive che lo Spirito suscita nel cuore di chi cerca Dio e ne parla con coscienza e consapevolezza. A noi, ora, discepoli del risorto: e se provassimo a essere meno infantili e più evangelici, oggi?
Martedì 27 Settembre >
(Memoria – Bianco) San Vincenzo de’ Paoli
Vincenzo (Pony presso Dax, Francia, 1581 – Parigi, Francia, 27 settembre 1660), sacerdote, parroco si dedicò dapprima all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633).
Martedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario
Lc 9,51-56: Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.
Gesù ha deciso. La sua è una scelta dura, determinata, assoluta. Sa bene che le cose si stanno mettendo male, sa che la folla, ondivaga, potrebbe abbandonarlo in qualunque momento, sa che da Gerusalemme lo osservano come un fenomeno da baraccone ma che il potere religioso gli è avverso per partito preso. Sa. Ma non cede: sceglie di andare, sceglie di salire a Gerusalemme, alla resa dei conti. È la città santa il cuore pulsante della fede, è la città che uccide i profeti da convincere, da convertire. Ha deciso, è risoluto. Letteralmente Luca scrive che ?indurì il suo volto?, come i profeti. Ed è totalmente solo: la triste scena degli apostoli che invocano il fuoco dal cielo per uccidere i samaritani che li hanno rifiutati (!) gli fa capire quanto essi siano lontani dal capire la gravità della situazione. Gesù indurisce il volto, si fa violenza per andare fino in fondo alla sua missione, noi, troppe volte, cediamo alla prima difficoltà, lasciamo stare appena la fede diventa più esigente. La fede richiede, in certi momenti, un grande sforzo di volontà, un grande carattere. Ne vale la pena, credetemi, e abbiamo un modello da seguire: il Signore stesso.
Mercoledì della XXVI settimana del Tempo Ordinario
Lc 9,57-62: Ti seguirò dovunque tu vada.
Gesù ha deciso, è assolutamente determinato: col volto indurito si dirige verso la Gerusalemme che uccide i profeti. I suoi discepoli non sono all’altezza della situazione e ancora non hanno capito cosa stia veramente succedendo: Giovanni ha appena proposto la distruzione del villaggio di samaritani che non li ha accolti. Chi, allora, è disposto a seguire il Signore in questa scelta che lo porterà a morire? Qual è il discepolo che serve alla causa, che davvero può accompagnare Gesù? Non chi prende la fede come un nido, una comoda cuccia in cui rifugiarsi lontano dal mondo, come molti fanno. E nemmeno chi mette al primo posto il clan famigliare e la retorica familista, chi assoggetta il vangelo alle (buone e sante) abitudini. E nemmeno chi si volge indietro, rimpiangendo il passato o analizzando all’esasperazione le proprie azioni. Gesù ha bisogno di uomini liberi, disposti a seguire Gesù senza certezze, disposti ad amarlo più di ogni altro affetto, disposti a mettersi in gioco ogni giorno, come lui, senza guardare al passato. Uomini all’altezza della sua passione per Dio. Disposti a seguirlo, sul serio?
Giovedì 29 Settembre (FESTA-Bianco) SANTI ARCANGELI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE
Gv 1,47-51: Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.
Il Martirologio commemora insieme i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato.
Il titolo di arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti. Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.
È una grande festa, quella di oggi: la Chiesa invoca su di sé l’aiuto degli arcangeli, i puri spiriti creati da Dio che lodano la sua presenza e ci accompagnano lungo il nostro cammino. Facciamoli lavorare!
Nella Bibbia la presenza degli angeli è determinante: sono essi ad aiutare Dio nel suo lavoro. Oggi ricordiamo i tre principali: Michele (Chi è come Dio?) è l’arcangelo che insorge contro Satana e i suoi satelliti (Gd 9; Ap 12, 7; cfr Zc 13, 1-2), difensore degli amici di Dio (Dn 10, 13.21), protettore del suo popolo (Dn 12, 1). Gabriele (Forza di Dio) è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio (Lc 1, 19), rivela a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 11-20) e a Maria quella di Gesù (Lc 1, 26-38). Raffaele (Dio ha guarito), anch’egli fra i sette angeli che stanno davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8, 2), accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco. Sentiamo di essere in pericolo, attanagliati dalla tenebra? Invochiamo san Michele. Dobbiamo dare o ricevere qualche notizia o capire cosa voglia Dio dalla nostra vita? Ci sostiene san Gabriele. Abbiamo necessità di una guarigione profonda dell’anima e del corpo? Interviene Raffaele. Non abbiamo paura di invocare il loro aiuto!
Giovedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario
Lc 10,1-12: La vostra pace scenderà su di lui.
Il Signore invia i discepoli avanti a sé, a preparargli la strada. Non si sostituiscono a lui ma annunciano il suo arrivo, non si frappongono fra la folla e Dio, non si assumono un ruolo che è loro dato. Dovremmo ricordarcelo: la Chiesa esiste solo in funzione di Cristo, solo per annunciare il Vangelo in attesa che il Signore torni nella pienezza dei tempi. A cosa serve la Chiesa? Cos’è la Chiesa? Chi è Chiesa? Non è una sorta di organizzazione religiosa atta a conservare il proprio potere, né una sorta di holding del sacro o un vecchio baraccone zeppo di putridume e di inganni, come molti amanti della dietrologie ancora sostengono. Certo: ci sono uomini di Chiesa fragili e peccatori, incoerenti e zoppicanti, come me. Ma la Chiesa, che è la comunità di coloro che hanno scoperto Cristo e che con gioia lo annunciamo, vive in funzione del suo Signore, ne prepara la venuta fra i cuori e nella Storia. Non arroghiamoci il diritto di sostituirci a Dio, non pensiamo di possedere la sua verità ma, con autentica umiltà, raccontiamo di lui a due a due, cioè in comunione gli uni con gli altri, alle persone che oggi incontreremo.
Venerdì 30 Settembre (Memoria – Bianco) San Girolamo
Memoria di san Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa: nato in Dalmazia, nell’odierna Croazia, uomo di grande cultura letteraria, compì a Roma tutti gli studi e qui fu battezzato; rapito poi dal fascino di una vita di contemplazione, abbracciò la vita ascetica e, recatosi in Oriente, fu ordinato sacerdote. Tornato a Roma, divenne segretario di papa Damaso e, stabilitosi poi a Betlemme di Giuda, si ritirò a vita monastica. Fu dottore insigne nel tradurre e spiegare le Sacre Scritture e fu partecipe in modo mirabile delle varie necessità della Chiesa. Giunto infine a un’età avanzata, riposò in pace.
Venerdì della XXVI settimana del Tempo Ordinario
Lc 10,13-16: Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.
Dio ha pazienza, certo, ma la sua pazienza non è debolezza di carattere. Dio è buono, così ci ha svelato Gesù, ma non è un Babbo Natale pacioccone. Dio è misericordioso, certo, ma se restiamo nel pantano dei nostri vizi e dei nostri peccati questa misericordia non cambia il nostro cuore. Dio è tenerezza, così crediamo, ma la tenerezza non sostituisce il nostro impegno al cambiamento, ma lo suscita e lo accompagna. Gesù è dolorosamente colpito dall’indifferenza e dalla reazione delle città della Galilea nei suoi confronti. Tutti seduti sulle proprie certezze religiose, certi di essere dei prescelti, degli eletti, gli ebrei non si preoccupano di coltivare la propria fede e non riconoscono i profeti come Gesù. Così Gesù annota, amaramente, come le città pagane del passato si siano convertite, davanti alla sollecitazione degli uomini di Dio, cosa che le città blasonate della fede ebraica non sanno fare. Anche noi rischiamo di confrontarci con il mondo attorno e di trovarci migliori, di essere, tutto sommato, in grazia di Dio. Ma questa certezza diventa sicumera pericolosa e mortale se non si apre alla continua conversione!
Sabato 1 Ottobre (Memoria – Bianco) Santa Teresa di Gesù Bambino
La Francia dell’Ottocento è il primo paese d’Europa nel quale cominciò a diffondersi la convinzione di poter fare a meno di Dio, di poter vivere come se egli non esistesse. Proprio nel paese d’Oltralpe, tuttavia, alcune figure di santi, come Teresa di Lisieux, ricordarono che il senso della vita è proprio quello di conoscere e amare Dio. Teresa nacque nel 1873 in un ambiente profondamente credente. Di recente anche i suoi genitori sono stati dichiarati beati. Ella ricevette, dunque, una educazione profondamente religiosa che presto la indusse a scegliere la vita religiosa presso il carmelo di Lisieux. Qui ella si affida progressivamente a Dio. Su suggerimento della superiora tiene un diario sul quale annota le tappe della sua vita interiore. Scrive nel 1895: «Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato». All’amore di Dio Teresa vuol rispondere con tutte le sue forze e il suo entusiasmo giovanile. Non sa, però, che l’amore la condurrà attraverso la via della privazione e della tenebra. L’anno successivo, il 1896, si manifestano i primi segni della tubercolosi che la porterà alla morte. Ancor più dolorosa è l’esperienza dell’assenza di Dio. Abituata a vivere alla sua presenza, Teresa si trova avvolta in una tenebra in cui Le è impossibile vedere alcun segno soprannaturale. Vi è, però, un’ultima tappa compiuta dalla santa. Ella apprende che a lei, piccola, è affidata la conoscenza della piccola via, la via dell’abbandono alla volontà di Dio. La vita, allora, diviene per Teresa un gioco spensierato perché anche nei momenti di abbandono Dio vigila ed è pronto a prendere tra le sue braccia chi a Lui si affida. (www.santiebeati.it)
Sabato della XXVI settimana del Tempo Ordinario
Lc 10,17-24: Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.
È pieno di gioia, il vangelo di oggi! Gioiscono i discepoli che tornano dalla missione entusiasti del potere della Parola: hanno visto il male arretrare, la Parola di Gesù scardinare le resistenze, rivelare Dio; le persone cambiare vita, accogliere la profezia… Gioisce Gesù per i suoi, gioisce quando ci vede contenti per la missione, gioisce quando vede che i suoi discepoli realizzano il Regno e invita loro e noi a non legarci ai risultati (!) ma al fatto che siamo conosciuti da Dio, che i nostri nomi sono scritti nel cuore di Dio! E gioisce il Padre nel vedere il Figlio gioire e Gesù si commuove vedendo la logica del Padre: sono gli sconfitti, i perdenti, i dolenti ad accogliere il Regno, non i saputelli e i devoti… E noi, oggi, di cosa possiamo gioire? Spesso leghiamo la nostra gioia ad eventi, all’emozione, all’ottenere dei risultati, poniamo delle condizioni alla felicità. Il Vangelo, oggi, ci insegna a gioire del fatto di essere nel cuore di Dio, del fatto di poter annunciare e vivere la Parola, del fatto che il Padre, almeno lui!, ha una logica diversa da quella selettiva di questo durissimo mondo che abbiamo costruito…