Vangelo della settimana
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XX Settimana del Tempo Ordinario
Commento di Paolo Curtaz

Domenica 14 Agosto > (SOLENNITA’ – Bianco) | ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (Messa della Vigilia) 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2 Sal 131 1Cor 15,54-57 Lc 11,27-28: Beato il grembo che ti ha portato! |
Lunedì 15 Agosto > (SOLENNITA’ – Bianco) | ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (Messa del Giorno) Ap 11,19; 12,1-6.10 Sal 44 1Cor 15,20-26 Lc 1,39-56: Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili. |
Martedì 16 Agosto > (Feria – Verde) | Martedì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Ez 28,1-10 Dt 32,26-30.35-36 Mt 19,23-30: È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. |
Mercoledì 17 Agosto > (Feria – Verde) | Mercoledì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Ez 34,1-11 Sal 22 Mt 20,1-16: Sei invidioso perché io sono buono? |
Giovedì 18 Agosto > (Feria – Verde) | Giovedì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Ez 36,23-28 Sal 50 Mt 22,1-14: Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. |
Venerdì 19 Agosto > (Feria – Verde) | Venerdì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Ez 37,1-14 Sal 106 Mt 22,34-40: Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso. |
Sabato 20 Agosto > (Memoria – Bianco) | San Bernardo Ez 43,1-7 Sal 84 Mt 23,1-12: Dicono e non fanno. |
Domenica 21 Agosto > (DOMENICA – Verde) | XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) Is 66,18-21 Sal 116 Eb 12,5-7.11-13 Lc 13,22-30: Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio. |
15 agosto (Solennità – bianco) ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (Messa del Giorno)
Lc 1,39-56: Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
Noi crediamo che Maria di Nazareth, la madre di Gesù, la prima dei discepoli, che ha allevato il Figlio di Dio ed è stata presente alla croce e nella comunità radunata a Pentecoste, è stata assunta in cielo, presso il Padre, in corpo e anima.
Detto questo, cala il silenzio: come, dove, quando, in che senso, non c’è dato di sapere.
La tradizione cristiana parla di questa come la festa della Dormitio Mariae, l’addormentamento di Maria nelle braccia del Padre. Come ci fa pregare splendidamente il prefazio di oggi, prima del canto del Sanctus: «Non poteva conoscere la corruzione della morte, colei che aveva portato in grembo il Dio della vita».
E lo credo di lei e per me. Non riesco ad immaginare la mia vita se non fra i viventi e risorti, ora che il Vivente e il Risorto mi ha fatto innamorare della vita, la mia vita. Non so come accadrà ma non dubito: sento che preme forte in me l’immortalità, e più amo e mi lascio amare, più abbandono le mille resistenze e le mille obiezioni che mi impediscono di vedere.
Maria è la prima fra i risorti, la prima fra i credenti che vivono nella pienezza…
Lunedì della XX Settimana del Tempo Ordinario
Mt 19,16-22: Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo.
Gesù, nell’incontro col giovane ricco, ci offre due prospettive straordinarie per la nostra interiorità. Per avere la vita, la vita vera, la vita piena, la vita dell’Eterno, è sufficiente rispettare i comandamenti, le prescrizioni di Dio al suo popolo che ci accompagnano sin dall’infanzia. Conoscere e vivere i comandamenti senza cadere nel legalismo, coglierne l’aspetto liberante e arricchente, fidarsi di questo Dio che conosce la strada verso la pienezza e ce la indica può davvero portarci alla vita piena. Ma, a chi se la sente, Gesù propone di più: una vita spogliata, libera, povera. Libera da tutte le paure, dal possesso, dall’ansia dell’accumulo e del guadagno. Non siamo chiamati necessariamente a diventare francescani e mendicare ma a vivere col cuore leggero, sì. Un cuore conquistato dallo sguardo amorevole di Cristo, un cuore conquistato dalla follia di Dio. Il giovane ricco non se la sente. Troppo alto l’obiettivo, troppo insicura questa via. Anche noi preferiamo un presente sterile ad un ipotetico magnifico futuro. Non andiamocene tristi, fidiamoci della provocazione che il Maestro ci rivolge!
Martedì della XX Settimana del Tempo Ordinario
Mt 19,23-30: È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
Gesù è amareggiato per quanto è successo: sperava che lo sguardo amorevole con cui aveva guardato il giovane ricco sarebbe bastato a convincerlo a seguirlo abbandonando tutto ciò che possedeva, liberando il suo cuore per avere spazio per l’Assoluto. Così non è stato: le ricchezze del giovane gli hanno impedito di cogliere l’opportunità unica che aveva dinnanzi a sé. È difficile liberare il proprio cuore: dalle ricchezze e dal possesso, sì, ma anche dalle preoccupazioni, dalle ansie, dalle paure. La conversione è sempre iniziativa di Dio ma richiede una nostra convinta adesione, una scelta operativa, dei gesti concreti. Pietro è scosso, come gli altri discepoli. Ci sono dei legami interiori troppo difficili da sciogliere, macigni interiori che ci sembrano impossibili da spostare. Allora interviene Dio, lui solo può aiutarci a superare le nostre resistenze. Pietro e gli altri cercano rassicurazioni: davvero loro hanno lasciato quel poco che avevano per seguire il Signore. È così, dice Gesù, e avranno cento volte tanto. Se davvero abbiamo seguito il Maestro, anche noi sappiamo di avere ricevuto cento volte tanto…
Mercoledì della XX Settimana del Tempo Ordinario
Mt 20,1-16: Sei invidioso perché io sono buono?
Quanto è grande il nostro Dio? Ci concede di lavorare nella sua vigna, il mondo. Non solo: esce diverse volte durante la giornata per assumere dei braccianti a giornata, anche alla fine del giorno, quando è ormai inutile la loro presenza. Ma non vuole umiliarli, fare l’elemosina. Dio sa bene (il nostro capitalismo molto meno!) che il lavoro ci dona dignità, mantenere se stessi e la propria famiglia è fondamentale per ciascuno di noi. Lavorano nel campo anche solo un’ora, per dimostrare gratitudine verso questo folle padrone che mantiene i disoccupati con garbo. Ma questa generosità non è la stessa degli operai della prima ora i quali, vedendo dare un denaro agli ultimi, pensano di ricevere di più. Ma, una volta pagati, non chiedono ciò che pensano, ma chiedono di abbassare lo stipendio agli operai dell’ultima ora. Un denaro è la somma minima per mantenere una famiglia. Chiedono per gli altri la fame. No, non farà così il padrone, addolorato e indurito dalla pochezza interiore degli operai della prima ora. Noi, che abbiamo la fortuna di lavorare nel campo del Signore da tanto tempo, non facciamo lo stesso errore.
Giovedì della XX settimana del Tempo Ordinario
Mt 22,1-14: Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Cosa abbiamo di meglio da fare che essere felici? E scoprirci amati e al centro di un grandioso progetto di salvezza di cui possiamo essere protagonisti? Cosa abbiamo di meglio da fare del cercare nel nostro intimo la presenza di Dio? E, una volta trovatala, lasciarla dilagare in noi? Nulla, in teoria. Eppure, spesso, ci comportiamo come gli invitati alla festa di nozze della parabola: accampiamo mille scuse e rifiutiamo l’invito. O, peggio, facciamo sparire dalla nostra vita anche chi ci ricorda l’invito. Mistero della natura umana che tanto fatica ad accogliere la felicità! Mistero della nostra povertà che rifiuta il bene! E le scuse sono sempre le stesse: abbiamo troppe cose da fare, non abbiamo tempo, non siamo capaci… Per millenni l’uomo ha scrutato le stelle per scoprire la volontà degli dei. Ora che Dio ci siede accanto, ci alziamo da tavola e ce ne andiamo… Fermiamoci un attimo, amici, facciamo il punto della situazione, alziamoci almeno una spanna da terra e proviamo a guardare alle cose in altro modo. Certo: la quotidianità ci impegna tanto, ci soffoca, ma cosa abbiamo di meglio da fare per essere felici?
Venerdì della XX settimana del Tempo Ordinario
Mt 22,34-40: Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
Ormai è diventata una gara, un gioco. Sporco e inopportuno, ma chi se ne avvede? I farisei hanno saputo che quel falegname venuto dal nulla ha chiuso la bocca ai sadducei. Ai sadducei! Gli aristocratici di Gerusalemme, alieni alle novità, capaci di adattarsi ad ogni situazione, anche sfavorevole, come la presenza dei romani. Custodi della tradizione, inossidabili nelle loro convinzioni e nella loro religiosità mummificata. Ha chiuso loro la bocca. Bisogna reagire. Ci penserà uno scriba, un dottore della Legge, uno che ha studiato, un teologo, diremmo noi. Bisogna vincere, umiliare l’ignorante Nazareno. E pone una domanda. Per metterlo in difficoltà, per misurare la sua (supposta) poca dimestichezza con le sottigliezze dottrinali. Conosciamo la splendida risposta del Maestro, affatto superficiale. Ma che tristezza vedere brandire la Scrittura come un corpo contundente, con il preciso intento di mettere in difficoltà, di umiliare, invece che di illuminare e convertire. Stiamo attenti a non commettere anche noi lo stesso madornale errore. Non ci siano mai dispute all’interno della Chiesa, solo condivisioni.
Sabato 20 Agosto (Memoria – Bianco) San Bernardo
Bernardo (Digione, Francia, 1090 – Chiaravalle-Clairvaux 20 agosto 1153), dopo Roberto, Alberico e Stefano, fu padre dell’Ordine Cistercense. L’obbedienza e il bene della Chiesa lo spinsero spesso a lasciare la quiete monastica per dedicarsi alle più gravi questioni politico-religiose del suo tempo. Maestro di guida spirituale ed educatore di generazioni di santi, lascia nei suoi sermoni di commento alla Bibbia e alla liturgia un eccezionale documento di teologia monastica tendente, più che alla scienza, all’esperienza del mistero. Ispirò un devoto affetto all’umanità di Cristo e alla Vergine Madre.
Sabato della XX settimana del Tempo Ordinario
Mt 23,1-12: Dicono e non fanno.
Gesù non è come i rabbini suoi contemporanei. E nemmeno come i sacerdoti del tempio che ostentano il loro ritrovato potere. E nemmeno come i farisei che giudicano duramente la classe sacerdotale ritenendola poco virtuosa. E nemmeno come gli esseni che aspettano la venuta del Messia come una setta apocalittica. Gesù è altro. Sempre. Onesto con chi lo segue, autentico, umile ma non viscido, modesto ma non impreparato. Arde di passione per il Padre, ama le persone che incontra, manifesta compassione, misericordia e tenerezza, sentimenti quasi proibiti all’epoca. Soprattutto se a manifestarli era un maschio adulto. Gesù è diverso, non cerca i primi posti, fossero anche legati al ruolo religioso e all’autorità. Potrebbe sollevare la folla che pende dalle sue labbra, potrebbe afferrare l’occasione e fare una setta, un movimento di nazareni, qualcosa di innovativo per la religione dell’epoca. Non è così: libero da tutti ma non da Dio, prosegue per la sua strada con assoluta coerenza, non si lascia trarre in inganno, non si lascia mettere all’angolo. E tutto questo sbalordisce le persone