MATTEO: IL CAMMINO DELLA GIUSTIZIA
(Note di Tea Frigerio biblista e Missionarie di Maria – Saveriane)


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NOTIZIE BASILARI SUL VANGELO DI MATTEO

Nel Vangelo di Matteo incontriamo sette volte il vocabolo GIUSTIZIA (3,15; 5,6.10.20; 6,1; 6,33; 21,32) per indicare che per la comunità di Matteo la giustizia è il tema centrale e perciò anche per noi oggi, se vogliamo essere discepole e discepoli fedeli di Gesù.

1. MATTEO E LA SUA COMUNITÀ

Incontriamo accenni all’autore, con il nome di Matteo, nei testi: Mt 9,9; 10,3; Mc 2,13-14; 3,18; Lc 5,27-28; 6,15; At 1,13. (…)

Ogni Vangelo risponde alle necessità della sua comunità. Il Vangelo di Matteo come lo leggiamo noi oggi è stato scritto da un gruppo di giudei cristiani d’Antiochia, una delle comunità che si pensa evangelizzate da Matteo. Sono cristiani di seconda generazione, localizzati nella Siria e nella Fenicia.

1° Generazione: quella che ha visto, ha toccato e ha ascoltato Gesù.
2° Generazione: quella che ha udito l’annuncio e ha visto i testimoni, attraverso di loro ha aderito alle comunità cristiane.

Quale situazione vivevano le comunità di Matteo? Quali problemi? Quali domande? Nell’anno 66 d. C. nella Palestina, ci fu una rivolta contro i romani che durò quattro anni e fu chiamata Guerra Giudaica (66 – 70). Nel 70 le legioni romane comandate da Tito entrarono nella città di Gerusalemme e la distrussero come pure il tempio. L’imperatore decretò la fine della nazione e della religione ebraica. I Giudei credevano che nel Tempio di Gerusalemme, nel Santo dei Santi, avesse dimorato Dio, con la sua distruzione scomparve il luogo della presenza di Dio. Era come decretare la fine del giudaismo.

Nell’anno 70 si sancisce la fine della nazione e della religione giudaica. Intorno agli anni 80 un gruppo di rabbini fuggiti da Gerusalemme e rifugiatesi in Jamnia, in un’assemblea decisero di dare continuità al giudaismo. Non avevano più il luogo dove Dio dimorava, ma avevano salvato il Libro Sacro, la Legge. Fondarono l’Accademia di Jamnia, dedicandosi allo studio della Legge. La Legge era studiata nella sinagoga. Intorno alla Sinagoga, intorno alla Legge, sorse il giudaismo sinogale.
La rinascita del giudaismo nelle sinagoghe, intorno alla Legge, provoca uno scontro tra i Giudei e i Giudeo-cristiani, perché questo nuovo modo d’interpretare la Legge è escludente, autoritaria e assolutistica, si presenta come l’unica, l’autentica e legittima tradizione d’Israele.
Nel tempo di Gesù c’erano diversi gruppi: Sadducei, Farisei, Zeloti, etc. che si riconoscevano all’interno del giudaismo. Esistevano conflitti, ma tutti avevano la possibilità di professare la loro fede in JHWH. Il cristianesimo primitivo conviveva con il giudaismo. Con il Concilio di Jamnia e il rinascere del giudaismo, la Legge ha un valore quasi assoluto. Non c’è più spazio per un’altra maniera di vivere il giudaismo, se non quello dell’osservanza radicale della Legge.
I cristiani professano che Gesù è il Figlio di Dio. Gesù morto sulla croce e resuscitato è il figlio di Dio. Per i Giudei questa professione di fede è quasi una bestemmia. Per loro tutto il male è un castigo di Dio. Pensano che Gesù proclamandosi Figlio di Dio abbia bestemmiato e i cristiani, credendo in Lui, siano la causa del castigo di Dio per i Giudei e Gerusalemme. Per questo motivo e per la loro fede in Gesù avverrà l’espulsione dei cristiani dalle sinagoghe.
Dopo la crisi degli anni 60/80 i romani ritornano a dare molti privilegi al Giudaismo, ma non ai cristiani. Molti Giudeo-cristiani non sopportando le persecuzioni ritornavano al giudaismo. Queste comunità che un tempo erano vive e numerose diventano fragili, piene di dubbi, impoverite, escluse, le famiglie divise al loro interno. Si chiedevano:

  • “Vale la pena vivere il progetto di Gesù?”
  • “Gesù è stato veramente un inviato da Dio?”
  • “Noi, comunità cristiana, possediamo le promesse che Dio ha fatto al suo popolo?”
  • “Quale cammino percorrere per essere fedeli discepoli\e di Gesù?”

Queste domande e altri interrogativi provocarono nell’interno delle comunità una crisi, mettendo in gioco la continuità e la fedeltà nel cammino del discepolato di Gesù.

Un gruppo di giudeo-cristiani, per mantenere viva la memoria di Gesù e sostenere la fedeltà suo progetto, afferma: “Non siamo maledetti, ma benedetti, siamo la successione ininterrotta del popolo d’Israele, i detentori delle promesse”. Con questa certezza decidono di scrivere la memoria di Gesù: un vangelo.
Il movimento di Gesù nella Palestina e nella Siria metteva in discussione il modo escludente del giudaismo, proponendo un’interpretazione alternativa alle promesse fatte al popolo d’Israele. Per questo saranno espulsi dalle sinagoghe e perseguitati. Le comunità cristiane cominciano a riflettere sulle crisi che stanno vivendo. Il Vangelo di Matteo cerca di dare risposte agli interrogativi che nascono da queste crisi.
È importante riflettere oggi sulle crisi delle nostre comunità e quali risposte o luci, incontriamo nel Vangelo di Matteo.

2. STRUTTURA DEL VANGELO DI MATTEO

Ogni vangelo ha una sua struttura, poiché risponde ad una situazione concreta che vive la comunità, e alla fede in Gesù che testimonia. Il Vangelo di Matteo destinato a comunità provenienti dal giudaismo ha un suo carattere profondamente giudaico sia nello stile come nell’ispirazione al testo sacro: 40 citazioni specifiche dell’Antico Testamento. 108 citazioni implicite dell’Antico Testamento.

►I capitoli 1 e 2 hanno la finalità di presentare Gesù e professano i titoli di fede della comunità cristiana.
La genealogia mostra che: Gesù è figlio d’Abramo e Figlio di Dio.
Gesù presentato come:
Emmanuele → 1,23. Figlio di Dio → 1,18 Gesù → Dio Salva.
Narra la sua nascita ispirandosi a Mosè.
I capitoli uno e due sono per la comunità di Matteo una vera professione di fede, la esprimono attraverso i titoli dati a Gesù:
→ Figlio di Dio → Dio con noi → Colui che salva → Il nuovo Mosè → Colui che compie le Scritture.

► I capitoli 3 e 4 sono come un’introduzione generale.
In Matteo 3,15 troviamo: “Conviene compiere ogni giustizia”; è la prima volta che appare la parola giustizia, in seguito apparirà ancora sei volte. È importante notare che sono le prime parole che l’evangelista Matteo fa pronunciare a Gesù, questo indica il valore dato al termine giustizia.
In seguito vi sono tre narrazioni che si trovano anche negli altri Vangeli Sinottici.
1- La predicazione del Battista
2- Il Battesimo di Gesù.
3- La prova nel deserto.

Giovanni Battista fa da ponte, tra l’Antico e il Nuovo Testamento e apre il “cammino della giustizia” 21,31.
La parola Giustizia la troviamo sette volte nel Vangelo di Matteo, questo per indicare che il cammino della giustizia sarà la strada che dovrà essere percorsa per diventare perfetti com’è perfetto il Padre celeste.
Le prime parole di Gesù affermano che deve compiere ogni giustizia.
Dopo Gesù è messo alla prova dal diavolo (4,1 ss.). La giustizia è la parola chiave che prende il colore della fedeltà. La tentazione è il contrario della fedeltà.

Riflettiamo su queste parole:
Simbolo: parola che significa con-realtà, unione con la realtà.
Diavolo: in latino diabolos, colui che divide, perciò significa divisione-realtà, divisione, separazione dalla realtà.
Il simbolo ci unisce alla realtà e la realtà ci unisce alla vita. Il diavolo è quello che separa, che divide dalla realtà. Nel deserto il diavolo tenta Gesù e lo vuole separare dalla realtà, distoglierlo dalla sua missione.

Gesù è presentato come il nuovo Mosè, considerato l’autore del Pentateuco. Per questo il resto del vangelo è organizzato in Cinque Libri, come la Torà o il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia. Il Pentateuco, Torà, Legge intesa come orientamento. Era questa la comprensione per l’antico Israele. Gesù con i cinque discorsi orienta il nuovo Israele. Gesù è la “Parola” “Dabar” quello che dice compie, come Dio creatore nelle prime pagine della Bibbia.

Cap: 5 a 9 Primo discorso
Cap: 5 a 7 La nuova Legge di Giustizia
Cap: 8 a 9 La pratica della Nuova Legge: le meraviglie della Giustizia

Cap: 10 a 12 Secondo discorso
Cap: 10 La missione: discepoli/e di giustizia
Cap: 11 a 12 Gesù modello dei discepoli/e

Cap: 13 a 17 Terzo discorso
Cap: 13 Il Regno dei Cieli e la sua Giustizia
Cap: 14 a 17 il Regno si realizza nella storia

Cap: 18 a 23 Quarto discorso
Cap: 18 La Comunità verifica e fa esperienza del Regno e della Giustizia
Cap: 19 a 23 Relazioni nuove realizzano la Giustizia

Cap: 24 a 28 Quinto discorso
Cap: 24 a 25 Annuncio definitivo del Regno
Cap. 26 a 28 Il mistero pasquale inaugura il Regno

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